Desta scalpore e polemiche la storia di Francesco Mazzega, che a Udine uccise la fidanzata Nadia Orlando il 31 luglio scorso. L’uomo di 36 anni ha vagato in auto per tutta la notte con il corpo della fidanzata uccisa nel sedile accanto. I giudici hanno deciso che l’assassino può aspettare il processo a casa, agli arresti domiciliari, con l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico. Francesco Mazzega è uscito dal carcere a fine settembre, dopo aver passato in galera circa 2 mesi.
Le dichiarazioni degli amici di Nadia Orlando
Gli amici di Nadia Orlando, la vittima, ritengono questa situazione assurda e si stanno mobilitando per fare qualcosa. In particolare stanno raccogliendo delle firme per due petizioni. Una avrebbe l’obiettivo di chiedere ai parlamentari di rivedere le norme di legge in queste situazioni. L’altra è rivolta alla regione Friuli Venezia Giulia, in modo che le autorità decidano di costituirsi parte civile nel processo. Matteo Carnelos, uno degli amici della vittima, dichiara di aver raccolto già 13 mila firme per la prima petizione e 11 mila per la seconda.
Le comunità impegnate contro la violenza sulle donne
I due paesi coinvolti nella vicenda, in provincia di Udine, sono Muzzana e Dignano. I rispettivi sindaci hanno dichiarato che è importante trovare un punto di equilibrio. In particolare il sindaco Riccardo Zuccolo, primo cittadino di Dignano, vuole fare sentire il suo impegno contro la violenza sulle donne, inserendo uno specifico punto anche all’interno dello statuto comunale.
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