Un cinquantenne di Rimini punta un coltello alla pancia della compagna incinta. “Questo figlio non è mio, non lo voglio”. L’uomo ha prima insultato pesantemente la convivente e poi le ha puntato un coltello alla pancia per farla abortire.
La vicenda
Protagonista di questa agghiacciante vicenda un riminese di cinquant’anni che nei prossimi giorni dovrà presentarsi davanti al giudice di pace, il quale deciderà sul rinvio a giudizio.
A sporgere denuncia è la compagna, una 44enne anch’essa di Rimini con cui l’uomo conviveva da diversi anni e dalla quale ha già avuto una bambina. La seconda gravidanza, non prevista, ha trasformato la loro relazione in un vero e proprio incubo.
L’uomo era convinto che il figlio non fosse suo ma frutto di un tradimento della compagna. “Non è mio figlio. Tu mi hai tradito”, le aveva più volte gridato con rabbia.
Un’escalation di violenze
Gradualmente gli insulti e le aggressioni sono aumentati fino a diventare violenze quotidiane e a sfociare in due terribili episodi.
Come racconta la donna, durante l’ennesima lite il riminese avrebbe afferrato un coltello e glielo avrebbe puntato alla pancia minacciandola brutalmente. “Non voglio questo bastardo”.
In un’altra situazione l’uomo avrebbe cercato di mandare fuori strada l’auto in cui si trovava con la compagna e la prima figlia.
Non reggendo più quelle violenze e temendo per l’incolumità della figlia, la donna se ne è andata di casa con la bambina. Furioso il cinquantenne l’ha denunciata per sottrazione di minore. Denuncia che poi è stata archiviata dalla stessa Procura.
A sua volta la donna, difesa dall’avvocato Roberto Brancaleoni, ha denunciato l’ex per maltrattamenti aggravati.
Foto Newsrimini